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Relazione su La Piroga
Premessa
A partire dai primi anni Novanta e in particolare dal 1993 è stata avviata una campagna di scavi subacquei nell’area denominata La Marmotta. Lì sono state ritrovate, fra il 1993, appunto, e il 2005, 5 piroghe monossili di quercia riferibili al Neolitico. Le uniche rinvenute, ad oggi, in tutto il territorio nazionale e fra le più antiche d’Europa.
Su richiesta del Comune di Anguillara «che desiderava conservare e nello stesso tempo esporre un manufatto preistorico così prezioso e di richiamo per il pubblico, la piroga La Marmotta 5 fu portata alla fine di luglio 2005 in un locale del Comune, ubicato in un sito non molto distante dall’area di scavo, ed inserita in una grande vasca a vetri piena di acqua messa a disposizione dalla Soprintendenza speciale al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”»1
In quell’occasione la Soprintendenza compì il primo lavoro di pulitura della piroga, quindi la Piroga fu resa visibile al pubblico.
Storia amministrativa
Questi i passi ufficiali sulla consegna che ho potuto ricostruire grazie all’aiuto prezioso della dottoressa Grazia Maria Bulgarelli che ha rinvenuto in Soprintendenza alcuni documenti che il Comune di Anguillara non conserva più.
Il 22 settembre del 2006 l’Assessore allo Sport Turismo e Spettacolo del Comune di Anguillara, sig. Carmelo Capone, propose al Ministero per i Beni Artistici e le Attività culturali di «poter realizzare uno spazio espositivo permanente sul villaggio neolitico de “La Marmotta”, oggi sommerso nelle acque del lago di Bracciano, per ospitare la quinta grande piroga lignea (La Marmotta 5), rinvenuta nel 2005 nel corso degli scavi condotti da questa Soprintendenza e che attualmente è in corso di restauro a spese del Comune di Anguillara»2.
Fu individuato uno spazio all’interno del Centro visite Sistema Turistico Cerite-Tolfetano-Braccianese, meglio noto come ex Consorzio. Fu affidata ad una società esterna l’ideazione del percorso espositivo. Mentre all’Amministrazione comunale fu affidata la messa in opera dei sistemi atti a garantire la sicurezza del locale3.
Il 5 ottobre del 2006 una nota del Ministero per i beni e le Attività culturali, firmata dalla dott.ssa Anna Maria Reggiani, allora Direttore generale per i beni archeologici, affidò in via definitiva la “Marmotta5” ovvero la Piroga alle cure del Comune di Anguillara.
Sottolineando come tale affidamento fosse sottoposto al «rispetto delle norme generali di deposito dei materiali di proprietà statale»4.
Il 23 ottobre del 2006 dunque il Ministero inviò al Comune di Anguillara il “Verbale di consegna” dei materiali destinati ad arricchire lo spazio espositivo: non solo la piroga monossile, ma anche due macine di età neolitica e alcune riproduzioni5.
Dalla nota del 22 settembre 2006 emerge dunque con chiarezza come parte dell’accordo con il Ministero fosse il provvedere al restauro e al consolidamento della piroga da parte del Comune.
L’area museale viene dunque aperta. Per l’inaugurazione anche «La voce del Lago», fra gli organi di stampa locali il più critico nei confronti dell’operazione6, riconosce lo sforzo e alcune qualità dellfoperazione. Scrive infatti:
«Questo Centro è nato handicappato, nato per convertire una parte del immenso baraccone che fu il consorzio agrario in un centro espositivo. E’ stato fatto un lavoro eroico per rendere accogliente questo ex magazzino di concimi e sementi con i suoi altissimi soffitti. Il Centro non pretende di essere un museo. I reperti sono ben messi in vetrate moderne e con targhe leggibili, ma sono copie. I più belli e suggestivi della mostra sono la vera piroga nel suo liquido di protezione e un gruppo di pali, strutture per le case neolitiche trovate sott’acqua, tenute anche loro in una soluzione, un vero acquario. Una giovane custode, Florence Martin, dell’Associazione culturale “Neolitich, Percorrendo la Storia” che ci ha accolto con grazia, è di alta professionalità, con un senso didattico sa aiutare il visitatore a capire ed apprezzare questo straordinario villaggio di 5 mila anni fa sommerso nel nostro lago. C’è ancora tanto da fare e da spendere in questo goffo magazzino, che diventerà anche teatro e cinema. E anche nel suo ampio spazio intorno c’è da dare molta attenzione a landscaping (architettura dei giardini e parchi), che è già pieno zeppo di macchine parcheggiate dei pendolari»7.
Tuttavia il restauro non parte per carenza di fondi, e la Piroga continua ad essere conservata e visitabile grazie all’impegno della stessa Associazione che ne cura l’apertura.
Nel dicembre del 2008 cade la giunta di Emiliano Minnucci. Per le dimissioni congiunte dei consiglieri di minoranza e di 4 consiglieri di maggioranza.
Nel periodo che segue segnato dal Commissariamento e poi dalle elezioni del giugno del 2009 alla Piroga non viene assegnata alcuna particolare attenzione. Anzi non viene rinnovato il contratto per l’apertura. E di fatto la Piroga rimane “nascosta sotto gli occhi di tutti”.
L’area subisce un progressivo degrado dovuto ad atti di vandalismo ed all’abbandono di fatto dell’area dell’Ex Consorzio che ospita la Piroga.
Il 1 marzo 2010 il pensionamento della dottoressa Fugazzola fa sì che anche in Sovrintendenza si perdano le tracce del reperto. Si inizia a interessarsi di nuovo alla Piroga grazie all’intervento del nuovo Soprintendente dott. Luigi La Rocca che chiede alla dott.ssa Fugazzola, ormai in pensione, una relazione tecnica sulla conservazione della Marmotta 5.
Nella relazione della dott.ssa Fugazzola del 18 maggio 2010 si legge «a causa della mancanza delle adeguate risorse finanziarie il Comune non ha potuto procedere alle indispensabili successive fasi del consolidamento e restauro cosicché la Piroga è rimasta semplicemente in immersione all’interno della vasca». Nella stessa relazione la dott.ssa Fugazzola auspica immediate operazioni di a) pulizia e riparazione della vasca b) operazioni di disinfezione c) consolidamento e restauro8.
A tal fine il Capo area, sig.ra Vanda Filzi, richiede un preventivo per i primi lavori di manutenzione da compiere: smontaggio e fornitura di vetri blindati, pulizia interno vasca e piroga, controllo e pulizia delle pompe e riempimento acqua vasca.
La Vetreria Rubei presenta un preventivo che ammonta a 6.280 euro che non vengono però stanziati dall’Amministrazione Comunale.
Il 24 marzo 2011 viene compiuto un sopralluogo da parte di alcuni tecnici della Soprintendenza, in quella occasione in vece degli amministratori sono presenti la Capo area sig.ra Vanda Filzi e la sig.ra Joanna Horvath.
In detta occasione i tecnici valutano la necessità, anzi l’urgenza di un approfondimento dato lo stato di abbandono ormai manifesto in cui versa non solo la Piroga stessa, la cui teca in vetro è danneggiata, ma l’intera area museale che è ricoperta da muffe.
Il giorno 27 giugno 2011 dunque viene effettuato tale sopralluogo: sono presenti la sig.ra Antonella Di Giovanni e la dott.ssa Giulia Galotta dell’Istituto Superiore Centrale del Restauro (ISCR), la dott.ssa Grazia Maria Bulgarelli, il dott. Mario Mineo e la dott.ssa Luciana Rossi della Soprintendenza al Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico Luigi Pigorini.
Per il Comune ero presente io, Vanessa Roghi, il Capo area, sig.ra Vanda Filzi, e la sig.ra Joanna Horvath in qualità di collaboratrice dell’Ufficio turistico.
Le studiose dell’Istituto centrale del restauro, pur deprecando lo stato di abbandono e di sporcizia in cui la Piroga è stata abbandonata si complimentano con la signora Horvath perché, senza il suo intervento del tutto volontario nel tenere sempre il livello dell’acqua sufficiente, vista la rottura della teca, la Piroga non ha subito negli anni alcun danno irreversibile.
Suggeriscono di valutare nuovi sistemi di restauro che potrebbero risultare per il Comune molto più economici di quelli previsti al momento della consegna nel 2006.
Il 6 luglio 2011 trasmettono agli Uffici dell’Amministrazione la relazione tecnica del sopralluogo9 nel quale si legge : «Dal momento che le condizioni di visibilità e di accesso al manufatto sono molto scarse si è concordato un successivo sopralluogo dei tecnici dellfISCR per effettuare campionamenti del legno ai fini analitici, non appena il Comune avrà provveduto allo svuotamento della vasca»10.
Si suggerisce altresì di provvedere nel frattempo alla rimozione dei pannelli di cartongesso ricoperti da muffe e al lavaggio della moquette.
I passi da fare dunque al momento sono tre e molto chiari:
1) pulire il locale dove è conservata la Piroga, come anche da richiesta del ISCR;
2) provvedere al reperimento dei 6.280 euro per la manutenzione della teca e la pulitura della Piroga (in questo senso sono state contattate la Banca delle Marche e il Credito Cooperativo di Trevignano e Formello che si sono mostrate disponibili a un contributo da definire);
3) avviare il restauro definitivo e un nuovo progetto di musealizzazione.
Sull’ultimo punto, il più costoso in termini economici, ho incontrato il dott. Albino Ruberti, presidente dell’Associazione Civita. Lo stesso si è dimostrato interessato ad affiancare il Comune di Anguillara nella ricerca di fondi che diano nuova vita all’importante reperto archeologico che abbiamo la fortuna di avere “in consegna”.
Conclusioni
La vicenda della Piroga è in qualche modo emblematica poiché racchiude in sé alcuni elementi caratteristici della considerazione in cui sono tenuti i beni culturali di questo paese: la mancanza di scelte politiche lungimiranti che prevedano la manutenzione oltre che l’esposizione, l’incuria di molti politici che ritengono i beni culturali interessanti solo se produttori di profitto, la corta memoria dei cittadini che quotidianamente passano davanti alla Piroga ma non una volta negli anni passati hanno domandato quale fine avesse fatto.
La storia della Piroga ad Anguillara racconta tuttavia anche come l’intervento dei singoli, e in questo caso della sig.ra Horvath, sia stato fondamentale per conservare un bene di tutti.
La buona volontà del singolo dipendente insomma può spesso lenire se non porre un freno al degrado e all’incuria in cui troppo spesso i beni culturali vengono abbandonati.
Il Comune di Anguillara conserva, non visibili al pubblico perché mai inventariati, numerosi reperti archeologici rinvenuti nel corso dei lunghi anni di scavo in varie località adiacenti al paese.
Numerose le Associazioni e i singoli che negli anni si sono resi disponibili, anche in forma del tutto volontaria, a prendersi carico dei lavori di scavo, pulitura e classificazione degli stessi reperti.
Come nuova Amministrazione dunque siamo consapevoli della ricchezza non solo materiali, in termini di “beni culturali”, ma umana che questo comune custodisce. A noi il compito di valorizzarla.
Con l’aiuto di tutti.
1 Dalla relazione della dottoressa Maria Antonietta Fugazzola, responsabile degli scavi e del trasferimento della piroga al Comune di Anguillara, inviata il 18 maggio 2010 al MIn. Beni e Att. Cult. nella persona del Sovrintendente Luigi La Rocca e inoltrata dallo stesso al Comune di Anguillara. Di detta nota l’Archivio comunale non reca traccia
2 Ministero per i Beni e le Attività culturali, prot. n. 4921. Documenti ad oggi assente dall’Archivio comunale di Anguillara rinvenuto grazie alla gentile collaborazione della dottoressa Grazia Maria Bulgarelli che ne ha inviato una copia il 28 giugno 2011
3 Il documento prodotto dal Comune di Anguillara in relazione alla sicurezza dello stabile venne protocollato con il n. 22692. Ad esso fu allegato il questionario sulla sicurezza dei manufatti come da richiesta del Ministero cfr. Min. Beni e Att. Cult. prot. 4921, cit.
5 Verbale di consegna allegato alla nota del 25/10/2006, del MIn. Beni e Att. Cult., prot. n. 5676. Anche questo documento è irreperibile nell’Archivio comunale e anche per questo dunque trono a ringraziare la dott.ssa Bulgarelli
6 Cfr. http://www.lavocedellago.it/http://www.lavocedellago.it/ n. 40 novembre 2005
7 Cfr. http://www.lavocedellago.it/http://www.lavocedellago.it/ n. 48 ott./nov. 2006