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Il gruppo Sinistra in Comune aveva presentato al Consiglio comunale – per tramite dei Consiglieri comunali di centro sinistra – la proposta di cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre in occasione della Giornata della Memoria dell’olocausto. Proposta che è stata, poi, ritirata perché la maggioranza aveva presentato a sua volta una contro-proposta per conferire congiuntamente anche la cittadinanza alla signora Egea Haffner, figlia di una vittima delle stragi delle foibe. 

I Consiglieri proponenti – Stronati, Cardone e Flenghi – avevano dichiarato in sede di Consiglio la loro disponibilità a votare a favore anche di quest’ultima cittadinanza in occasione della giornata del ricordo delle foibe. Questo per non confondere due eventi distinti storicamente e che sono spesso frutto di strumentalizzazione politica. Così come la memoria dell’olocausto non è della sinistra, il ricordo delle foibe non deve essere della destra. Perché esiste una ricerca di verità storica che deve essere di appartenenza comune, e capace di capire le diverse genesi degli eventi e la complessità delle responsabilità, andando oltre le facili semplificazioni e strumentalizzazioni di parte.

L’olocausto è stato un avvenimento storico unico nella sua gestazione: uno stato dittatoriale ha pianificato in modo ordinato lo sterminio dell’intero popolo ebreo e di tutte le “razze inferiori”, come rom, disabili, omosessuali, oppositori politici, tra cui in principal modo comunisti e socialisti, slavi, etc. L’intera potenza della macchina statale è stata posta al servizio del delirio nazista, a cui ha partecipato anche il fascismo. La dimensione dell’evento è stata inusitata: 6 milioni di ebrei, 3,5 milioni di slavi e centinaia di migliaia di politici, rom, …. torturati e uccisi in modo indicibile. Nei capi di concentramento si schiavizzavano le persone, per sostenere la produzione del paese e per attuare sperimentazioni umane. La pianificazione e la realizzazione dello sterminio è durata dal 1933 al 1945, sia in periodo di “pace” che di guerra. L’olocausto è stato un genocidio.

Le foibe del 1943 e del 1945 hanno visto l’eccidio dai 5mila ai 10 mila italiani da parte del movimento partigiano comunista iugoslavo. Una tragedia umana che si colloca nel percorso dei conflitti nazionalisti nati nell’800 e acuitesi con lo smembramento dell’impero austro-ungarico. Con la fine della prima guerra mondiale e l’avvento del fascismo si sostenne una politica di italianizzazione nell’area di frontiera con la Slovenia e la Croazia, che generò azioni squadriste, omicidi, violenze e sopraffazioni a danno dei popoli slavi. L’odio crebbe durante la seconda guerra mondiale con l’occupazione nazifascista dei territori sloveni. Il prevalere delle forze partigiane di Tito portò allo sterminio degli italiani dopo l’armistizio del 1943, e all’esodo di oltre 250mila italiani negli anni seguenti. Migliaia di italiani sono stati uccisi e buttati nelle foibe. Molti hanno scelto di lasciare le loro case per rifugiarsi in Italia. In questo modo si è chiuso un periodo storico secolare di convivenza. Per un racconto ben ponderato e documentato, oltre ai testi di diversi storici, si può leggere Massacri delle foibe – Wikipedia. Le foibe sono state uno sterminio, a coronamento di una storia di conflitti tra nazionalismi contrapposti.

Il dramma umano di donne, uomini e bambini non può essere in alcun modo oggetto di strumentalizzazioni, negazionismi e riduzionismi. La storia deve invece tenere conto delle diverse condizioni e caratteristiche degli eventi. 

Nel Giorno della Memoria dell’olocausto è giusto ricordare il genocidio nazifascista. 

Nel Giorno del Ricordo le morti italiane e slave.

Questi eventi non devono essere accomunati, “bilanciati” o, peggio, usati per legittimare ideologie nazionaliste e razziste. Per questo il gruppo Sinistra in Comune sta curando la preparazione di un incontro online con uno storico, per approfondire la nostra conoscenza e per favorire una migliore comprensione degli eventi, a cui invitiamo tutti i cittadini a partecipare.