Non ho mai creduto alla favola delle “cose da fare nei primi 100 giorni”, la reputo una delle più stantie trovate elettorali.
Nonostante ciò ho atteso i fatidici 100 giorni prima di questa mia denuncia, perché reputo necessari almeno 3 mesi per dar modo alla nuova amministrazione di orientarsi nel guado della burocrazia e delle complicazioni amministrative.
Ho atteso anche nel manifestare pubblicamente dissenso per i ritardi nel porre in essere alcune azioni di scarsissimo onere per gli amministratori comunali ma di grandissima utilità per tutti. Azioni che ritengo realizzabili con qualche ora di lavoro, finalizzate alla tutela dei diritti e della salute dei cittadini, sollecitate più volte da questi ultimi ma anche dal sottoscritto più volte per le vie ufficiali, ovvero:
- Con una mozione avente ad oggetto la grave situazione della mancata potabilità dell’acquedotto del Biadaro;
- Con una richiesta di accesso agli atti per avere le analisi delle acque;
- Con due richieste verbali in sede di consiglio comunale.
Qualche giorno fa ho ricevuto la convocazione per il prossimo consiglio comunale, con inserita all’ordine del giorno la discussione della suddetta mozione (forse il sollecito fatto via PEC alla Presidente del consiglio ha sortito il desiderato effetto; resta l’amaro nel constatare che serva farlo dinanzi a una questione urgente come questa).
Nella detta mozione ci sono una serie di indicazioni per:
- migliorare la comunicazione con il cittadino in merito alla qualità delle acque (pubblicare le analisi, prassi avviata nel 2013 ed interrotta a febbraio 2020);
- conoscere a quale acquedotto é connessa la propria utenza (modificando i prospetti delle fatture);
- definire una modalità amministrativa che riduca gli importi delle fatture in funzione del periodo di non potabilità (numerose sono – ormai – le sentenze che danno ragione ai cittadini ricorrenti, mi chiedo se sia corretto che un cittadino debba procedere per via legale);
- riprendere ad effettuare regolarmente i controlli interni e la gestione degli impianti incaricando una ditta che assicuri la necessaria competenza e i materiali originali per manutenere gli impianti di trattamento delle acque;
- nonché per avviare un controllo interno al fine di verificare come sia stato possibile che le masse filtranti che – dagli atti – risulterebbero essere state acquistate e poste in opera agli inizi del dicembre 2019, abbiamo smesso di “filtrare” l’acqua nel maggio 2020.
Giovedì si discuterà, quindi, il testo della mozione di cui sopra e confido che venga approvata.
Resto, comunque, contrariato nel verificare che anche ora, sul sito del Comune, nulla sia stato pubblicato in merito alle analisi delle acque e non mi sia stata inviata via PEC alcuna risposta in merito alla richiesta di accesso agli atti da me protocollata il 25 novembre 2020. La legge imporrebbe tempi di replica certi, ma evidentemente l’amministrazione non é dello stesso avviso. Inutile é stato il sollecito inviato il giorno 11 gennaio 2021.

E dire che si tratta semplicemente di fare una ricerca nel protocollo del comune e inviare i risultati della ricerca via email al sottoscritto o – se proprio non si ritiene di dover rispondere a un consigliere comunale – quanto meno pubblicarle sul sito.
Enrico Stronati
Consigliere comunale
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